Esselunga, da sempre attenta al patrimonio artistico e culturale italiano, ha accolto l’appello della Soprintendenza di Pisa, diretta dall’architetto Agostino Bureca, e del rettore della Chiesa dell’Ordine di Santo Stefano dei Cavalieri, Monsignor Aldo Armani, ad offrire il proprio sostegno economico per salvare, da un imminente pericolo di perdita, l’unica testimonianza pittorica che la città di Pisa conserva di Giorgio Vasari: La lapidazione di Santo Stefano.
Il dipinto ha subito gravi danni da infiltrazioni di acqua piovana provenienti dal tetto della Chiesa dell’Ordine di Santo Stefano dei Cavalieri, dove è posto. L’opera, commissionata al Vasari nel 1569 ed ultimata nel 1571, si trova sul primo altare della navata laterale destra della Chiesa perché doveva espressamente servire come pendant della Natività del Bronzino, presente nella corrispondente ala sinistra.
La lapidazione di Santo Stefano è un’opera di grandi dimensioni (circa 4 metri di altezza e 3 di larghezza), il cui impianto figurativo si sviluppa con andamento circolare. Due direttrici diagonali prospettiche si incrociano sulla testa del santo protomartire citato negli Atti degli Apostoli; a sinistra, in alto, è rappresentata la Trinità e sullo sfondo, caratterizzato da architetture, è visibile un tempio con pronao ornato da statue.
La Piazza dei Cavalieri costituisce uno dei luoghi più importanti di Pisa; una complessa realtà urbanistica e architettonica, nella quale si sono insediati, nei secoli, i maggiori rappresentanti del potere politico, religioso e culturale. In essa si concentrano memorie storiche e presenze architettoniche di grande rilievo quali il Palazzo dell’Orologio, la Torre Gualandi, il Palazzo della Carovana - sede della Scuola Normale Superiore - la Chiesa dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano che si affaccia con la sua monumentalità marmorea sulla Piazza.
All’interno della Chiesa un soffitto ligneo intagliato e dorato racchiude pregevoli dipinti e numerose sono le testimonianze che ricordano le battaglie della cristianità contro i Turchi.
La lapidazione di Santo Stefano, già sottoposta a restauro in epoca lorenese e successivamente nel 1945 e nel 1968, viene ora restaurata a seguito di ulteriori danni verificatisi nella chiesa, che hanno gravemente compromesso la tavola dipinta, procurando numerosi sollevamenti degli strati pittorici e parziali cadute del colore.
Con urgenza, la Soprintendenza ha predisposto un primo intervento di messa in sicurezza dell’opera, che è stata rimossa dalla sede originaria e collocata in un altro ambiente della stessa chiesa, in condizioni climatiche e ambientali idonee. Questa indispensabile operazione, atta a scongiurare l’aggravarsi delle condizioni del dipinto, è stata realizzata da una ditta specializzata nella movimentazione di opere d’arte. Sono occorse oltre otto ore di lavoro da parte di tecnici, per trasferire la pesante tavola dall’altare ad una apposita struttura verticale di sostegno, che consentirà anche di effettuare, evitando ulteriori spostamenti, il lavoro di restauro.
E’ dato ad Esselunga il merito di sostenere gli oneri relativi all’intervento di restauro progettato e diretto da Alba Macripò, storico dell’arte della Soprintendenza di Pisa, e condotto da Nadia Presenti, restauratrice altamente qualificata nel settore di opere d’arte, selezionata per essere già intervenuta su opere vasariane ed in particolare su tavole di grandi dimensioni realizzate dallo stesso artista.
Il lavoro si svolgerà nell’arco di dodici mesi e sarà preceduto ed accompagnato da ampia diagnostica. Infatti, al fine di approfondire la conoscenza delle tecniche artistiche e lo stato di conservazione dell’opera, saranno eseguite, e poi comparate, varie indagini fisiche non invasive di carattere documentario e scientifico. Potranno così essere evidenziati la tridimensionalità della superficie pittorica, i più piccoli sollevamenti del colore e la preparazione, individuate eventuali ridipinture e rivelato il disegno preparatorio. A seguito delle risultanze diagnostiche avrà inizio il “recupero” della tavola dipinta. Sono previste operazioni quali il risanamento e la disinfestazione del supporto ligneo ed interventi di consolidamento degli strati pittorici, di pulitura della superficie, di stuccatura delle lacune e di integrazione pittorica delle parti mancanti. Si auspica che l’opera ritorni nella sua originaria collocazione, dopo aver ripristinato la porzione del tetto della chiesa, le cui infiltrazioni sono state la causa dei gravi danni al dipinto.
Le operazioni tecnico-scientifiche del restauro saranno documentate nel sistema informativo nazionale SICaR (http://sicar.mbigroup.it), predisposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che sta raccogliendo e presentando con modalità web-based, gli interventi più significativi realizzati sul territorio nazionale. Tale inserimento consentirà di conoscere e seguire lo svolgimento dei lavori anche a distanza.
Inoltre nella chiesa verrà predisposto un sistema multimediale interattivo che consentirà ai visitatori di accedere a notizie storico-artistiche relative all’attività del Vasari ed in particolare all’opera in restauro. Tale applicazione viene svolta con il supporto tecnico-scientifico dell’associazione culturale Mnemosine che lavora nell'ambito della "cultura digitale". Nata all'interno del laboratorio di PERC RObotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, l’Associazione sviluppa attraverso tecnologie avanzate di visualizzazione tridimensionale ed immersiva applicazioni a supporto della comunicazione nell'ambito museale.