Esselunga ribadisce la propria correttezza nei rapporti con i fornitori di pane fresco. Ricorso contro il provvedimento dell'AGCM

02 luglio 2019
Esselunga ribadisce la propria correttezza nei rapporti con i fornitori di pane fresco.

Il 95% del pane venduto è sfornato direttamente nei panifici dei propri negozi

La decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato di sanzionare i principali operatori nazionali della Gdo, tra cui Esselunga, per una pretesa violazione dell’art. 62 del DL n. 1/2012 che regola le relazioni commerciali nella filiera agroalimentare denunciata dall’associazione di panificatori Assipan, ci trova profondamente in disaccordo. Come avevamo avuto modo di sottolineare in occasione dell’apertura dell’istruttoria, nel settembre 2018, il pane da noi venduto è per il 95% sfornato direttamente nei panifici dei nostri negozi, cioè non è fornito da panificatori terzi. Esselunga, peraltro, rappresenta per i propri fornitori di pane fresco, presenti solo in alcuni negozi, uno sbocco assai limitato posto che gli stessi realizzano in media con il nostro Gruppo solo il 3% del loro fatturato.

Esselunga ha rapporti commerciali ultradecennali con i propri fornitori con i quali il rapporto è improntato sulla massima chiarezza e trasparenza, oltre che condotto con reciproca soddisfazione. A conferma della volontà di collaborazione, l’azienda ha proposto ai fornitori di farsi carico del pane invenduto (peraltro regolarmente normato attraverso appositi contratti), ma alcuni fornitori, il cui valore del reso corrisponde a oltre i 2/3 del totale, hanno declinato l’offerta perché già legati da accordi di conferimento a mangimifici.

Esselunga, inoltre, ha sviluppato negli anni con i fornitori di pane fresco fatturati incrementali con altri prodotti, sui quali non è prevista alcuna clausola di reso e che rappresentano più del 50% del valore del rapporto commerciale in corso.

Pur avendo assicurato all’AGCM la nostra piena collaborazione, coerentemente alle numerose attività poste in essere a tutela della trasparenza della filiera e del buon uso del pane che non viene venduto (sono ben noti al proposito i protocolli di donazioni a Onlus tra cui il Banco Alimentare), l’Autorità Garante ha ritenuto che gli operatori della Gdo adottino una sorta di pratica sleale, aderendo in toto alle segnalazioni giunte proprio dall’associazione dei panificatori Assipan e senza che vi fosse la possibilità di verificare pienamente i questionari adottati per l’istruttoria.

Il provvedimento dell’AGCM è quindi basato su una valutazione astratta e avulsa da quelle che sono le reali dinamiche dello specifico mercato ed i rapporti ultradecennali tra Esselunga ed i suoi pochi ma qualificati fornitori di pane e non tiene conto della posizione di Esselunga che è del tutto peculiare e diversa da quella degli altri operatori del mercato della GDO coinvolti nel procedimento.

Anche per queste ragioni Esselunga annuncia fin d’ora il suo ricorso contro il provvedimento, pur nel pieno rispetto dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, a tutela del suo nome e dello sforzo quotidiano per produrre direttamente il pane nei suoi 129 “panifici di negozio” che impiegano circa 1.200 panificatori.