Esselunga per Unicef
27 novembre 2006
ESSELUNGA PER UNICEF
con Fìdaty 314.560 euro per mamme e bambini nel distretto indiano di Dibrugarh
Roma, 27 novembre 2006
Grazie a 31.456 donazioni effettuate dai clienti della catena di supermercati Esselunga per l'iniziativa "Fìdaty", i bambini e le mamme di Dibrugarh, uno dei distretti più poveri dell'India, beneficeranno di 314.560 euro in forniture di kit ostetrici per l'assistenza al parto e cure per le principali malattie neonatali.
Dallo scorso aprile fino a ottobre 2006 Esselunga ha contribuito, attraverso la Carta Fìdaty, e con la partecipazione dei suoi clienti, a difendere la vita e la salute di mamme e bambini in uno dei distretti più poveri e svantaggiati dell'India. Per ogni donazione di 500 punti "Fìdaty" da parte della clientela, Esselunga ha devoluto un contributo di 10 euro a favore dell'UNICEF, sufficiente a garantire un kit di materiali sterili sanitari che assicurino un parto sicuro a una mamma e al suo bambino.
Le componenti principali del progetto sostenuto da Esselunga sono due. La prima è incentrata sulla formazione del personale medico e paramedico delle strutture sanitarie locali, insegnando a individuare, classificare e curare le malattie dell'infanzia in base a un protocollo standard, con una particolare attenzione al momento del parto e quindi alla formazione delle levatrici. La seconda componente è diretta a fornire i materiali base per l'assistenza al parto e l'assistenza diretta ai bambini nei giorni successivi alla nascita, con visite a domicilio e con il coinvolgimento diretto delle famiglie e delle comunità locali. La creazione di apposite, piccole e semplici unità di assistenza ai neonati ammalati, la fornitura di apparecchiature mediche e la distribuzione di farmaci, sono parte integrante del progetto.
Nell'apprendere la notizia del notevole risultato ottenuto da Esselunga, Marzio Babille, responsabile per i programmi sanitari dell'UNICEF India, ha auspicato che si continuino a favorire iniziative ad ampio respiro come questa, perché, - ha spiegato –"occorre intensificare le attività volte alla sopravvivenza e allo sviluppo del neonato, garantire e migliorare la qualità dei servizi essenziali di salute materna, e infine realizzare un corretto approccio e gestione dell'emergenza"..
"La mortalità neonatale - ha aggiunto Babille -rimane altissima durante la prima settimana di vita, soprattutto nei primi due giorni, per cause legate nel 34% dei casi alla gravidanza, nel 29% a complicazioni legate al parto, e per il 32% dei casi per colpa di infezioni".Sebbene l'India si presenti al mondo come una delle maggiori potenze economiche, la maggior parte della popolazione rurale del Paese vive di stenti. Povertà ed analfabetismo condannano milioni di bambini e adulti di diversi distretti indiani. A causa di cattive condizioni prenatali e di parto, malnutrizione e malattie facilmente prevenibili come infezioni delle vie respiratorie, diarrea, malaria e morbillo, ogni anno in India muoiono 2 milioni di bambini. A questa drammatica situazione l'UNICEF, insieme al governo indiano, risponde con una strategia denominata "Gestione integrata delle malattie neonatali e dell'infanzia" (GIMNI), che prevede l'applicazione di un pacchetto di interventi concordato con l'Organizzazione mondiale della sanità - la cui applicazione nel mondo sta dando ottimi risultati - integrato con varie attività di assistenza neonatale e al parto.
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